Finiscono le sfilate ma rimangono i dolori, i tacchi alti fanno soffrire oltre 8 donne su 10: dagli esperti i consigli per prevenirli e curarli.
Dolori lombari, caviglie gonfie e doloranti, alluce valgo, infiammazione del tendine d’Achille e neuroma di Morton: questi alcuni dei disturbi che colpiscono sempre più spesso le donne che non rinunciano ai tacchi alti.
“Non so chi abbia inventato i tacchi alti, ma tutte le donne gli devono molto” diceva Marilyn Monroe, inseparabile dalle sue décolleté tacco 11. Si può essere d’accordo o meno, ma è innegabile che questa tipologia di scarpa, simbolo di eleganza e sensualità, rappresenti un accessorio in grado di evidenziare stile e personalità di una donna. Sono molteplici i modelli “vertiginosi” che in occasioni come la Milano Fashion Week vengono presentati sulle passerelle per dettare le ultime tendenze. Non tutte le scarpe, però, sono adatte alla conformazione di ognuna: tra forma del piede, tipologia di arco plantare e patologie varie, scegliere il modello giusto è fondamentale per evitare traumi e dolori che, purtroppo, sono molto diffusi. Da un recente studio condotto dall’Institute of Health Sciences del Pakistan pubblicato su Health Science Journal è emerso infatti che l’86% delle donne prova dolori causati dai tacchi alti: in particolare, il 77,5% è affetto da dolori all’avampiedi, mentre il 6% associa il dolore alla zona centrale della pianta. Fenomeno che ha spinto sempre più donne a ribellarsi all’uso dei tacchi soprattutto quando viene imposto dalle aziende come in Giappone, protagonista del movimento #KuToo. Anche star internazionali come Julia Roberts e Kristen Stuart hanno scelto di seguire questa tendenza, togliendosi sandali vertiginosi sul red carpet e veicolando così un messaggio di libertà. Oltre a evitare tacchi più alti di 4 cm e indossandoli meno di tre volte a settimana, per ridurre i tempi di recupero in caso di infortunio, gli esperti ricorrono all’utilizzo della laserterapia Theal Therapy.
Ma quali sono i disturbi legati all’utilizzo frequente di questa calzatura?
“L'uso di scarpe con tacco alto influisce negativamente sul controllo neuromuscolare dell'equilibrio, con conseguente alterazione del sistema posturale. Studi cinematici e cinetici rivelano che indossare scarpe con tacco alto altera la deambulazione, la distribuzione pressoria plantare, le forze di reazione al suolo e le attività muscolari degli arti inferiori – afferma la dott.ssa Angela Ravisato, podologa – Le alterazioni biomeccaniche e le deformità muscolo-scheletriche e ossee con maggiore incidenza sono le lesioni legamentose di caviglia, le degenerazioni articolari del ginocchio, dolori lombari e condizioni patologiche dell'avampiede. Il tacco alto provoca un aumento della pressione a livello della prima articolazione metatarso-falangea e a livello centrale dell’avampiede con diminuzione della pressione a livello del mesopiede e del tallone. Lo spostamento anteriore comporta rigidità del tendine d’Achille, instabilità articolare di caviglia e accorciamento dei muscoli del polpaccio”.